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venerdì 10 settembre 2010

L'infinita compagnia dei numeri primi

Sta uscendo in tutta Italia il film tratto dall'omonimo romanzo La solitudine dei numeri primi, che, lo confesso, non ho letto. Se il concetto dietro il titolo è che i matematici e gli scienziati sono in realtà soli con se stessi e con le loro ricerche, i numeri primi, al contrario, costituiscono una compagnia pressocché infinita che genera l'infinità dei numeri interi e reali che li circondano.
In effetti sappiamo che tra due numeri distinti esiste una infinità di altri numeri più piccoli, concetto che avevano intuito anche gli Antichi Greci, se è vero che Zenone giunse al paradosso della freccia, che scagliata non avrebbe mai potuto raggiungere il bersaglio. Però, come scritto nel titolo, oggi ci occupiamo non già di paradossi, ma di numeri primi. Quindi prima di proseguire è necessario definirli una volta per tutte:
Un numero intero è detto primo se non è il prodotto di due numeri più piccoli
Per convenzione il primo numero... primo è 2, anche perché tutti gli altri numeri, primo o meno che siano, vengono definiti a partire dall'1, quindi ha una sua logica non includerlo nell'elenco dei primi. A questo punto, a partire da 2, sappiamo che tutti i numeri pari non sono primi, in quanto tutti multipli di 2 per definizione, e quindi sappiamo anche che tutti i numeri primi sono dispari. La serie, quindi, prosegue come 3, 5, 7, 11 e così via.

martedì 7 settembre 2010

Introduzione allo SCORM

L'acronimo SCORM sta per Shareable Content Object Reference Model, letteralmente Modello di Riferimento per gli Oggetti di Contenuto Condivisibili, una serie di specifiche su come diffondere e rendere condivisibile del contenuto. La definizione e il protocollo in questione, perché di questo si parla, nasce e si sviluppa all'interno del mondo dell'e-learning, ovvero quel mondo vasto e ancora poco definito dell'insegnamento a distanza. Personalmente preferisco definire l'e-learning come diffusione del sapere, un qualcosa di un attimino più formale di un blog scientifico o comunque divulgativo come questo.
All'interno dell'e-learning si distinguono una serie di tecniche e di pratiche differenti, una di queste è il così detto learning object, che può essere definito come una lezione, on-line o meno che sia (in effetti ci sono molti che considerano LO anche una lezione in presenza, magari non necessariamente una di quelle uniformate con i programmi ministeriali).
Si può fornire, però, anche una definizione un po' più precisa degli LO, che
(...) possono essere considerati degli oggetti di apprendimento digitali e non (solo digitali per alcuni autori) che perseguono un obiettivo formativo specifico, utilizzati sia da docenti, sia da studenti in modo indipendente e senza una sequenza predefinita.
Questa definizione, anche se non è data formalmente come definizione, è tratta da Il progetto @pprenderedigitale e i Learning Objects di Annarita Ruberto. Di definizione formale, in effetti, non ne esiste una univoca, come avrete capito, e la stessa Annarita ne fornisce tre, le principali in effetti.